Perché fiori?

Perché fiori?
Ho diversi temi nella mia pittura, ma ho scelto di dedicare una particolare attenzione ai fiori, perché li ritengo provocanti; hanno in sé un che di pateticamente romantico, sono un soggetto finito e sepolto, che gli intellettuali considerano (se ne hanno una qualche considerazione...) qualcosa di tremendamente “infetto”.

Dipingendo fiori risulto fuori moda; tuttavia, da un altro lato, sono sicuramente più moderno.
In che senso? Nel senso che, come dicevano Ingres, Giacometti o Morandi, è ritornando indietro (ovvero fuori dalle mode) che si vede e si analizza con maggiore coscienza la società e la cultura in cui si vive.
I fiori sono solo un pretesto: il soggetto in realtà è la pittura stessa, che viene data per finita secondo la classe intellettuale.

Ma una lingua non muore se la utilizza e si fa esistere. Con la mia arte cerco di ricostruire un linguaggio e di proporlo a chi osserva le mie opere, dicendo umilmente con dei “fiori” che la pittura “è”.
Propongo soluzioni dalle strutture pittoriche diverse: passo dal volume, dalla luce e dall’ombra “italiane” per giungere alle influenze orientali, che italianizzo tenendo presente la scuola di Siena. L’Annunciazione di Simone Martini oggi agli Uffizi (per esempio) tanto ha di orientale ma è allo stesso tempo anche tanto italiana.

Ho vissuto 40 anni in diversi paesi europei, ma, nonostante questo, la mia “coscienza” pittorica è rimasta fondamentalmente italiana. I quadri raffiguranti Fiori esposti in questa mostra costituiscono una parte delle opere eseguite negli ultimi 20 anni in Catalogna.

Per questa esposizione però ho creato anche delle ceramiche, delle sculture ed incisioni ispirate ai soggetti e agli oggetti della bellissima collezione del palazzo Davanzati, sempre in tema con i fiori. L’ho fatto ponendomi come un artigiano, per onorare l’eccezionale e ineguagliabile patrimonio ospitato nel Palazzo. L’artista infatti, parola enorme, innanzitutto è un artigiano.
Per concludere, i Fiori sono un omaggio alla città di “Florentia” ed a i fiorentini.

Grazie.
Tano Pisano.